E' stato pubblicato sul sito dell'Ordine degli Avvocati di Milano[1], il "PROTOCOLLO PER L'ESECUZIONE DEGLI ORDINI DI LIBERAZIONE DEGLI IMMOBILI PIGNORATI" redatto dai Giudici della III Sezione Civile del Tribunale ambrosiano in collaborazione con i molteplici soggetti istituzionali coinvolti nella delicata fase della liberazione dell'immobile subastato allorquando sia "residenza di un nucleo familiare".
Gli autori del protocollo hanno sottolineato la delicatezza della fase del rilascio forzoso riconoscendo l'implicito "problema sociale" per chi lo subisce, in particolare per quei nuclei familiari affetti da particolari fragilità, rimarcando al contempo la necessità di liberare per non svendere l'immobile subastato e anzi ricavarne il prezzo maggiore possibile nell'interesse dei creditori e dello stesso debitore.
Auspicando la liberazione spontanea - ipotesi che nella esperienza quotidiana vissuta dai custodi giudiziari si verifica di rado - l'intento dichiarato dagli autori del suddetto protocollo è far sì che le istituzioni coinvolte collaborino per facilitare il raggiungimento di tale obbiettivo.
Per fare ciò i Giudici dell'esecuzione, gli ordini professionali degli avvocati e commercialisti di Milano nonché degli assistenti sociali della Lombardia, il Consiglio Notarile di Milano e tutti gli enti e le associazioni territoriali della provincia di Milano coinvolti, hanno individuato le seguenti "prime linee d'azione concrete":
- la conoscenza reciproca tra i vari soggetti coinvolti;
- la costruzione di un canale di comunicazione tra custodi e servizi sociali sul territorio;
- l'informazione periodica agli uffici di piano del numero di ordini di liberazione emessi;
- la corretta ed effettiva informazione a tutti i potenziali interessati dell'esistenza e delle modalità di ricorso alle procedure di sovraindebitamento.
L'impegno assunto è finalizzato all'interazione dei soggetti coinvolti dal punto di vista operativo, all'individuazione dei referenti per ogni istituzione coinvolta nonché all'aggiornamento trimestrale dei lavori.
Col suddetto documento, fermo restando il principio di autonomina nello svolgimento dell'attività giudiziaria, il Tribunale di Milano si è impegnato a:
- partecipare alla formazione dei custodi giudiziari in tema di liberazione degli immobili pignorati (come da più anni fanno molti giudici dell'esecuzione in occasione dei convegni organizzati dalla Commissione Esecuzioni dell'O.d.A.);
- incrementare l'interazione tra debitori e assistenti sociali grazie all'intervento del proprio ausiliario;
- fornire il dato aggregato del numero di ordini di liberazione emessi.
Gli ordini professionali coinvolti e il consiglio dei Notai si sono impegnati a pubblicare i contatti dei singoli comuni sul territorio a cui i custodi possono rivolgersi per le comunicazioni e dal canto loro i comuni e gli enti capofila si sono impegnati a rendere noti i propri recapiti per facilitare le comunicazioni coi custodi e far sì che i servizi sociali competenti diano riscontro alle comunicazioni dei custodi, nonché a coinvolgere gli enti collegati per il raggiungimento delle finalità espresse dal suddetto Protocollo. L'ordine degli assistenti sociali si è impegnato a promuovere e sostenere la formazione professionale degli assistenti sociali in relazione ai temi oggetto del ridetto protocollo e a creare e aggiornare il proprio sito istituzionale in relazione tutte le informazioni e i documenti relativi alla tematica oggetto del protocollo.
Il documento, che riporta in calce i nomi dei referenti di ogni istituzione coinvolta, gli indirizzi email di enti e associazioni del territorio della provincia milanese, termina con l'indicazione che il protocollo avrà validità fino al 29 settembre 2022 e si intenderà rinnovato annualmente in assenza di comunicazioni contrarie.
L'iniziativa del Tribunale di Milano e di tutti i soggetti coinvolti è di notevole aiuto ai custodi giudiziari, che così potranno avere maggior dialogo con le istituzioni per il compimento delle operazioni di rilascio, ma si ritiene possa avere un impatto benefico in particolar modo per il debitore esecutato e il proprio nucleo familiare in una così delicata fase della propria esistenza.
L'interazione e il proficuo scambio di informazioni tra tutti i soggetti coinvolti e seduti al tavolo tecnico all'uopo istituito, rappresenta la migliore risposta delle istituzioni ad un problema "sociale di difficile soluzione".