Sommario: 1. L’incidenza della “variabile fiscale” nella crisi d’impresa; 2. L’ampiezza del perimetro delimitante la tipologia dei debiti tributari e contributivi suscettibili di essere ristrutturati; 2.1. Il principio di indisponibilità dei crediti tributari e contributivi; 2.2. I debiti oggetto di ristrutturazione nella composizione negoziata della crisi; 2.3. I debiti tributari e contributivi oggetto di ristrutturazione nell’accordo di ristrutturazione dei debiti e nel concordato preventivo; 2.4. I debiti tributari e contributivi oggetto di ristrutturazione nel concordato semplificato liquidatorio; 3. La possibilità di imporre all’amministrazione finanziaria e agli enti previdenziali la ristrutturazione dei debiti nonostante il loro diniego, grazie a un provvedimento dell’Autorità giudiziaria (il cosiddetto cram down); 3.1. Il cram down fiscale nel concordato preventivo; 3.2. Il cram down fiscale nell’accordo di ristrutturazione dei debiti; 3.3. L’assenza di cram down nella composizione negoziata della crisi e nel PRO e il diverso regime del concordato semplificato liquidatorio; 4. Le limitazioni del cram down; 5. La responsabilità solidale per il pagamento dei debiti tributari dell’impresa in crisi da parte del soggetto terzo che acquista l’azienda, o un ramo aziendale, da tale impresa; 6. Il regime delle sopravvenienze attive da esdebitazione conseguite dall’impresa debitrice; 6.1. La nozione di perdita di periodo; 6.2. La nozione di perdite pregresse; 7. Il regime delle plusvalenze realizzate dall’impresa debitrice nella crisi d’impresa; 7.1. L’irrilevanza fiscale delle plusvalenze e delle minusvalenze derivanti dalla cessione dei beni ai creditori ex art. 86, comma 5, del Tuir; 8. Gli effetti ai fini dell’IVA delle riduzioni dei debiti; 9. Conclusioni.
Leggi l'articolo sulla Rivista Ristrutturazioni aziendali >