Con lo scoccare del fatidico 30 giugno '14 è entrata ufficialmente in vigore la normativa sul deposito obbligatorio in forma telematica degli atti del processo1; appare pertanto opportuna una riflessione, allo stato poco approfondita da dottrina e giurisprudenza, riguardo al sistema delle fonti che reggono il cosiddetto "processo telematico"; ciò soprattutto per gli importanti riflessi di natura pratica che si tentano di esporre nel presente articolo e soprattutto se si considera che ci si trova
di fronte ad una riforma che segna "una tappa irrinunciabile nel percorso di innovazione e modernizzazione della giustizia civile essenziale alla crescita del paese"2