La crisi dell'impresa, il piano proposto dall'imprenditore e i poteri del tribunale nel nuovo concordato preventivo
Pubblicato il 09/01/06 02:00 [Articolo 1181]






A qualche mese dall'entrata in vigore della riforma del concordato preventivo, si affacciano i primi orientamenti giurisprudenziali e le prime proposte interpretative. Sin dall'inizio, si è acceso un intenso dibattito tra due filoni esegetici: da una parte coloro che, ritenendo che il legislatore abbia fortemente innovato l'istituto in senso liberistico, collocano la crisi dell'impresa su un terreno del tutto nuovo rispetto all'insolvenza ed affermano che al tribunale sono riconducibili ormai solo poteri formali di controllo; dall'altra coloro che, pur riconoscendo le novità di stampo liberista e volontaristico, ne affermano sul piano esegetico un'applicazione per così dire "attenuata", riconducono comunque la crisi dell'impresa all'insolvenza e confermano la permanenza in capo agli organi della procedura di potestà d'intervento nel merito.

Segue nell'allegato.






















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