Impossibile superare il divieto di analogia in malam partem per ritenere aggravato il tentato omicidio in danno di una convivente more uxorio. (Cass. pen. 10 gennaio 2017, n. 808)
Pubblicato il 14/05/17 00:00 [Articolo 1542]






1. Il caso.
Nell'occuparsi di un caso di tentato omicidio in danno di una convivente more uxorio, la Suprema Corte, con la sentenza in
commento, ha avuto modo di ribadire con forza il divieto di analogia in malam partem, quale cardine del nostro sistema penale. Questo il punto di maggior interesse della pronuncia, resa all'esito di un giudizio che ha visto (nei gradi di merito) condannato l'aggressore per i concorrenti reati di omicidio tentato aggravato ai sensi ai sensi dell'art. 577, comma II, cod. pen. (norma, quest'ultima, che prevede, appunto, un aggravamento di pena se l'omicidio viene commesso in danno del coniuge) e di "maltrattamenti in famiglia".


Segue nell'allegato.






















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